Della compuntione, & devotione
S. Bona. de proc. Relig. Cap. 16.
Benche si trovano molte sorte di devotione, & compuntione; nondimeno si ponno ridurre à sette differentie. perche overo, che la devotione nasce dal timore, ò dal dolore, ò dal desiderio, ò dall' amore, ò dalla compassione, overo dal stupore di admiratione. Dal timore, come quando uno si compunge per timore delli futuri supplicij, overo per paura di non essere abbandonato da Dio, per demeriti delli suoi peccati, & però dice à Dio. Ne proijcias me à facie tua, & ne derelinquas me domine Deus meus. Dal dolore, come quando si duole d' haver offeso Dio, & haver persa la sua gratia, overo quando si duole d' haver fatto tanto poco frutto nella via spirituale, & haver meritato tanto poco, però dice con dispiacere à Dio. Averte faciem tuam à peccatis meis. Dal desiderio, come quando sospira, & anhela à gratia maggiore de virtù, & alla famigliarità di Dio, però dice. Domine ante te omne desiderium meum. & anima mea desideravit te in nocte. Dalla compuntione, quando piamente compatisce à Christo, che tanto patì, overo quando compatisce all' incommodi de prossimi, overo alli pericoli dell' anime, overo quando il zelo della casa di Dio, & le ingiurie, che li sono fatte, non lo lasciano dormire, che non si contristi sopra le calamità di tutti, & dichi con Giob. [3.] Flebam super eo, qui afflictus erat, & compatiebatur anima mea pauperi. Dall' amor divino, come quando si ricorda, quanto benignamente si sia portato con esso lui, & quanti beneficij (benche indignissimo) li habbia fatto, overo quando pensa i beneficij generali, che hà fatto à tutto il genere humano dell' incarnatione, passione, sacramento dell' altare, missione del Spirito Santo con tutti li suoi doni, & gratie, che sono innumerabili; overo quando considera li attributi divini come la bontà immensa, la sapientia, la potentia, etc. che non hà fine, ne termine, & però senza misura, & senza fine si deve amare. non può esser cosa più delettevole, più honorata, & più utile dell' amor divino. l' amor di Dio è il sapore, & condimento de tutte le buone affettioni, & tanto più piacciano à Dio quanto più hanno di questo condimento, ne può esser virtù, ò devotione, che non nasca dalla radice dell' amore. Dal gaudio nasce la devotione, quando ricordevole delli beneficij divini esulta in Dio, & si confida di essere nel numero di quelli, che s' hanno da salvare, overo quando si rallegra del profitto, & salute de' prossimi, overo quando si rallegra della gloria, che hanno conseguito li beati, & con la mente va spasseggiando per la patria celeste, contemplando le belle, distinte, & varie sedie delli beati, & desidera di uscire dall' angoscie di questo fragile, & mortal corpo, per poter stare in compagnia di quei beati, & dice con David. Cor meum, & caro mea, exaltaverunt in Deum vivum. Dal stupore di admiratione nasce la devotione, quando illuminato l' intelletto dal splendore della divina sapienza, stupisce della grandezza della potenza di Dio, della profondità della sapienza, suavità, & benignità sua. onde dice con Giob. Magnus fortitudine, & iudicio, & iustitia Deus, & enarrari non potest, ideo timebunt eum viri, ma essendo la devotione un affetto della mente, più s' appartiene all' affetto, che all' intelletto, come si può vedere ne i semplici devoti, et molti letterati indevoti; nondimeno non è perfetta devotione senza il lume dell' intelletto, ma d' altro modo se hà la intelligentia de i semplici devoti, & d' altro de i letterati, perche i letterati sanno parlar sottilmente di qualsivoglia materia etiam spirituale, & sanno esprimere con parole proprie ciò che vogliano; sanno, dividere, distinguere, & assignare le cause, & ragioni congrue, & con parlar ornato, & composto dire ciò che vogliano. ma li devoti semplici veggono più chiaramente la verità in se stessa, sanno pensare di quella più suavemente; benche non sappiano con parole proprie distinguere, sanno nondimeno conoscere la differentia che vi sia nel sapore, & gusto naturale della virtù; come di qualsivoglia mecanico perito nella sua arte, & d' un sottile Filosofo; uno de' quali, cioè il Filosofo saperà parlar benissimo di quell' arte, ma l' altro cioè l' artefice la saperà operare, & mettere in effetto. & un Medico teorico, quello meglio saperà l' arte per scientia, ma il prattico meglio la saperà per prattica.