Cause del mancamento del fervore nella Religione,
del medesimo, quest. 19. circa regulam B. Francisci.
Il mancamento del fervore nelle Religioni, può nascere da varij capi, & da più cause, delle quali dirò qui le principali.
La prima è per la moltitudine di quelli, che entrano. perche molti non si possono, cosi facilmente piegare, & reggere, come pochi. come una nave grossa, con maggior difficultà si governa, che una piccola. & dove sono molti capi, sono ncora molte sentenza, & cervelli, dificilmente si lasciano tirare à un medesimo parere.
La seconda è quando muorono quelli, che nel principio mantenevano la Religione, & l' ordine, nel suo vigore, & fervore; overo che diventano vecchi, & deboli del corpo, ne ponno più dare essempio di rigore alli giovani come prima; i quali giovani, perche non videro l' opere loro di prima, imitano solamente quello, che hora veggono in loro: & cosi diventano rimessi & negligenti. & sotto spetie, & pretesto di discretione (acciò che essi ancora non diventino inutili, come quelli) perdonano al corpo loro proprio, ne si vogliono affaticare da dovero, & perche non hanno le virtù interne , che hanno havuto, & hanno ancora li antiqui: restano in ogni cosa negligenti, ne si essercitano esteriormente, ne hanno le virtù delli antiqui interiori, & manco l' esteriori.
La terza è perche li antiqui, che hora non puonno precedere li giovani nel rigore della vita; temano, & hanno paura di corregerli con parole, perche li giovani sogliono dire, le parole che costoro dicono sono buonissime; la moro non fanno quello che dicono, & più presto si scandalizano, risguardando solamente al presente quello che fanno, & non quello che hanno fatto per il passato quando potevano.
La quarta è perche niuno può insegnare quello, che non ha imparato, & perche il governo viene in mano de' giovani, tali avezzano li sudditi, quali essi sono. & perche non conoscano le virtù delli perfetti, hanno ardire di dire, che mai non fù cosi perfetto lo stato della Religione, come è al presente. anzi si reputano megliori delli passati, nelli quali cominciò, & fiorì la disciplina religiosa.
La quinta è perche à poco à poco s' introducono usanze, non buone, quali poi dalli altri, si apportano in essempio. & se alcuni, che hanno il zelo di Dio li riprendano, & dicono perche causa, non è lecito à loro, quello che si permette ad altri? et cosi si tiene come per legge, quello che già per l' uso è fatto conveniente; à tal che dopò pare impossibile l' estirparlo. et i superiori, benche non amino tali cose, nondimeno per manco male, le dissimulano, per vivere pacificamente con li fratelli. & quando una consuetudine tale sarà fatta tollerabile, dipoi ò se ne introduce un' altra quasi simile, overo coherente alla prima, acciòche con questa nova si venghi à tollerare la vecchia.
La sesta causa è la frequente occupatione nelle cose esteriori, che distrahe i cuori, estingue l' affetto della devotione, muta i costumi, dà occasione de molti vitij. & tanto s' acciecano in dette occupationi, che quando mancano impudentissimamente le cercano.
Sono di più altre cause in alcuni ordini come la molta povertà, perche cosi diventano proprietarij, mentre che si vogliono provedere delle cose necessarie, poiche non li è provisto dal commune. overo le troppo ricchezze, per le quali diventano carnali, superbi, & in molti modi vitiosi. vi è ancora la troppo frequente conversatione con le persone secolari, dal che nascono molte tentationi carnali. la frequente mutatione de' prelati nuoce ancora, (benche da una parte sia buona, perche si mutano, & levano li cattivi) perche li buoni pensando che presto finiranno l' officio, non hanno ardire di cominciar impresa honorata & se la cominciano i sudditi procurano, che siano levati. overo se la cominciano, non sono aiutati da chi doveriano. come il priore dal ministro provintiale, ne questo dal Generale, ne questo da Vescovo overo dal Papa, a' quali i sudditi ribelli sogliono appellare.
Per queste, e per altre cause simili lo stato della Religione manca. à talche non solo diventa peggiore, ma in un certo modo desperabile. che se Iddio non ci mette la mano, mai si riformarà. ma perche à quelli che amano Iddio ogni cosa coopera in bene, però quello che non si fà in commune, si può fare in particolare: & quello che vuole far profitto converte in aiuto, & guadagno suo proprio, il danno, & detrimento de gli altri. & tutti i mancamenti d' altri, con gratia di Dio, converte in sua propria utilità. & come la gloria delli eletti, che sono stati fra tristi, & reprobi, à maggiore, per l' occasione, che hanno havuto di essercitare la patienza, & altre virtù, cosi i buoni Religiosi non sariano mai stati di tanto merito appresso di Dio, se non havessero havuto da patire molte cose dalli fratelli tepidi, & negligenti. onde l' Apostolo, [2.Cor.11.] fra i meriti delle sue virtù, numera i pericoli patiti da falsi fratelli, perche gli erano stati causa, & occasione de essercitarsi molto più nelle virtù. cosi aviene quì. primo, perche i mali essempij de' tepidi, sono a' buoni materia di tentationi, & causa di vittoria. secondo, perche s' accendono di zelo contra i vitij loro, & s' abbruciano per lo scandalo de gl' infermi. Terzo perche compatiscono alle miserie loro, come la madre del figliuolo, che và alla perditione. Quarto, perche s' affaticano tanto più di corregerli, con buoni essempij, parole, orationi, & beneficij. Quinto, perche sopportano con patientia i mali costumi loro, & le ingiurie che li danno. Sesto, perche per la mala edificatione, che danno questi discoli, loro ancora siano tali, quali sono li discoli. Settimo, perche diventano più humili, & paurosi di non cascare, però sollecitamente guardano se stessi, & stanno più sopra di se. Ottavo, perche rendono più gratie à Dio, che benignissimamente li hà custoditi, che non diventassero tali essi ancora conoscando che non vi è male, che faccia un huomo, che un' altro ancora non lo possa fare, se non è aiutato da Dio. Nono perche tanto più chiare, & illustre si mostrano le virtù de' giusti, appresso li vitij de' tristi, & questi sono li beni, che Iddio cava per li buoni, dalla compagnia de' tristi.
Et q. 17. dice dovendo la Religione essere come un specchio, dove i secolari possino vedere le bruttezze loro, & emendarsene: perche causa, non cacciate via i discepoli; per i quali la Religione diventa brutta e deforme, se però non sete tutti tali? al che risponde cosi, la buona Religione, hà in odio i cattivi, ne li fomenta. nondimeno non caccia via tutti, per queste cause. prima per la speranza della emendatione & correttione, come l' infermo, mentre vi è speranza di vita, non si gietta in mare. cosi si fà nell' ordine di quelli che cascano. poi molti dopo d' essere relevati, per mezzo della penitenza, hanno perseverato con maggior fervore d' altri, che non erano caduti. come David & altri ancora. La seconda è per mancamento di probatione, perche benche per certe conietture, si tema, che uno habbia da esser cattivo, questo però, non si vede apertamente da tutta la communità. come se uno, che per certi segni si teme, che non sia leproso, nondimeno perche ancora non si può giudicare che sia, però si lascia stare, & pratticare con li sani. La terza causa. si ritiene un tale nella Religione per lo scandalo, perche il suo peccato, è manifesto solamente alli frati. ma appresso de' secolari è tenuto, & stimato per honesto, & per huomo da bene; i quali se lo vedessero cacciare della Religione, & non sapessero la causa, giudicariano che è stato per invidia; overo penseriano, che tutti li altri sono cattivi, poi che colui, che era tenuto per un santo, era vitioso occulto. cosi il Signore che conosceva Giuda esser vitioso, nondimeno per essempio nostro, non lo manifestò, fin tanto, che da se per manifesta iniquità, si scoperse da se stesso.
Et q. 13. dice. perche causa pigliate tanti, poi che non si ponno reggere cosi bene, come pochi. & spesse volte pigliate persone inutili, & gravose alla Religione? Responde così. noi scientemente non pigliamo inutili. è ben vero, che alle volte, contra la nostra speranza è cosi. riceviamo quelli che vengano, alle volte per compassione della salute loro, perche restando nel secolo à pena si salvariano, & è come se uno liberasse un' altro dal fuoco ò dall' acqua, ò da altro pericolo simile. lo facciamo ancora per utile della Religione, perche si presume, che con la scienza, industria, & bontà della vita l' aiutaranno. La terza causa. è per edificatione dell' altri, acciò che molti che veggono la conversione de tali, massime se sono famosi, & di qualità, si aiutino, & movino à seguitar l' essempio loro. La quarta è per le continue preghiere che fanno, & fanno fare da altri, a' quali non si può negare. & come il contadino semina con speranza che tutto il seme habbia da nascere, & far frutto benche non tutto nasca; cosi aviene nelli ricevuti alla Religione, che non tutti riescano bene. il che se facessero, saria molto più copioso il frutto, & l' edificatione che si daria alli secolari, i quali doveriano attendere alli buoni, & lasciare li cattivi.