Che il Religioso non hà da parlar spesso con li parenti secolari, ne impicciarsi delle cose loro,
de vita sol. S. Bas. Cap. 21.

  Conviene che il Religioso, con l' affetto tanto sia lontano, et separato dalli cognati, amici, & parenti, come se lui fosse morto. perche colui che da dovero hà lasciato il mondo, & per dir cosi, si è crucifisso al mondo; è morto al mondo, & à tutte le cose che sono nel mondo, benche siano parenti, benche fratelli: non che à quelli che sono in terzo, & quarto grado congionti. ma se li parenti lasciata la vita secolare vorranno passare alla vita Religiosa, all' hora sono veri parenti, & non s' hanno più da tenere in luoco de parenti, ma da fratelli. perche quello è vero padre, chi è padre de tutti: & dopò quello, colui che è superiore de tutti li fratelli della congregatione, ma se li parenti vorranno retenere la vita secolare, sono parte del mondo, dal quale noi ci siamo partiti, ne havemo da far con loro, noi che ci siamo spogliati della famigliarità, & amicitia loro. ma colui che ama l' amicitià de' secolari, & chedesidera spesso conversare con loro, & l' affetto verso di loro è disordinato, già manca dal primo fervore, & lasciato il senso spirituale della vita di prima, ritorna al vomito, & dal nimico, che per la cognatione carnale, interturba la conversatione spirituale, sarà ferito. pregaremo adunque alli parenti le cose ottime, cioè la giustitia, la pietà, & quelle cose, che noi giudichiamo, & teniamo per pretiose. perche queste cose li dovemo pregare: & à loro è utile, che noi da Iddio li otteniamo queste cose. & cosi liberaremo noi stessi dalla cura, & sollicitudine delle cose loro. perche il Demonio vedendo, che habbiamo lasciato la cura di questo secolo, & che constantemente caminiamo verso il cielo, si sforza di fare, che noi pigliamo il pensiero delli parenti, & sollicitamente vediamo, & pensiamo quanta robba habbiamo, se li basta, ò nò. se guadagnano, ò nò; & fa che ci rallegriamo delli prosperi, & felici successi, & ci dogliamo delli contrarij. fà ancora che siamo nimicim all' inimici loro. & cosi à poco à poco ci fà svestire dell' interno Religioso, & che solamente à guisa d' una statua portiamo l' habito del Religioso, non havendo le virtù, che à quello convengano. accade ancora alle volte, che per i pensieri di attendere alli parenti, il Religioso hà ardire di commettere sacrilegio, per aiutare, et subvenire alle loro necessità. perche le cose, che sono date per sostentatione de i Santi, che s' hanno consecrati à Dio, sono sacre, però commette sacrilegio colui, che le piglia. sapendo adunque l' intollerabile detrimento, & danno di questo affetto verso delli parenti, fugiamo la cura loro, come cosa diabolica. Christo à uno che voleva disponere delle cose sue domestice, [sic] disse. niuno che mette la mano all' aratro, & risguarda indietro, è atto per il regno del cielo. & à quello, che domandò di sepellire il padre, disse, lascia che i morti sepelischino i morti loro. & benche pareva che domandasse cosa honestissima, non permesse, che pur un poco declinasse all' affetto carnale de' parenti. non è adunque lecito à quelli, che aspirano alle cose celesti, havere alcuna cura delle cose che stanno in terra, come persone già inalzate, & fatte con l' animo più alte delle cose terrene, & mondane. & se alcuno dicesse, che la Scrittura comanda la cura delli cognati, dicendo, Et cognatos seminis tui, ne despicias, & San Paolo dice, se alcuno non hà cura delli suoi, & massime delli domestici, hà negata la fede, & è pagior dell' infidele. si risponde, che San Paolo hà parlato con i secolari ricchi, che puonno aiutare, & sollevare li bisogni delli poveri, & bisognosi, & à questo modo ancora s' hà da intendere quella scrittura. & per dire ancora più brevemente, queste cose s' appartengono à quelli che vivono, no à quelli, che sono morti. perche i morti sono liberi da tutto questo debito. ma tu Religioso sei morto, & crocifisso à tutto il mondo. perche tu, che hai renuntiato alle cose terrene, & abbracciato la povertà. offerendote à Dio, set fatto cosa di Dio. come morto adunque sei libero dal dare a' parenti, & come povero non hai che darli non hai manco il corpo che sia tuo, poiche l' hai offerto à Dio; onde non è lecito transferirlo alli usi humani, ma è obligato à quelli che sono del medesimo instituto, perche essi ancora sono consecrati à Dio. come adunque non peccarai se farai contra la professione, occupandote in cose, che à te non s' appartengano? però havendote Iddio liberato dalla cura delli parenti, chiamandoti alla santa Religione, non ti volere più intrometterti, ne impicciarti nelle cose loro. ma amali con la charità ordinata, & prega per loro, che questo basta.


Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@gmail.com>, agosto 2001.
Ultima revisione dell'HTML: 28 dicembre 2005.