Che affetto devono haver' i fratelli verso li parenti,
ibidem. Cap. 32.

  A chi già è stato ricevuto nella Religione, & già gli è dato luogo tra i fratelli; non deve permettere il Preposito, che pigli cura delli parenti, perche la dottrina della verità vieta in tutto, & per tutto quello, mio, & tuo. havevano (dice) tutti quelli che credevano un cuore, & un' anima, e niuno diceva cosa alcuna esser sua, se dunque alcuno hà parenti, che vivano secondo Dio, s' hanno d' amare, in comune da tutti li fratelli; perche dice il Signore, chi farà la volontà del padre mio, che è ne i cieli, questo è mio fratello, sorella, & madre. e il Preposito deve haver cura di questi tali. ma se saranno ancora intricati nelle terrene; noi il studio de' quali deve esser solo di piacere à Dio, non dovemo haver prattica alcuna con essi loro. per che oltra che, non li potiamo aiutare in cosa alcuna, ci inquietano, disturbano, & ci danno occasione, & materia di peccato; la quale in tutto, & per tutto si deve levare, acciòche non c' intravenga come a' figliuoli d' Israel, che convertirono i cuori loro in Egitto. il che suole accadere, à chi continuamente parla con i parenti. & universalmente parlando, non s' hà da permettere, che si parli con parenti, ne con altri, se non si sà certo, che parlaranno cose di edificatione, et instruttione dell' anime.


Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@gmail.com>, agosto 2001.
Ultima revisione dell'HTML: 28 dicembre 2005.