Eusebij Emiseni Hom. tertia ad Monachos.
Domandiamo (charissimi) & riceveremo. cerchiamo, & ritrovaremo. bussiamo, & ci sarà aperto. domandiamo, orando, cerchiamo. lavorando, bussiamo, desiderando, bussiamo. facendo profitto; bussiamo: perseverando. non vole Iddio, che i beni suoi, con la facilità del trovarli diventino vili. questa pretiosa mercantia, ricerca un cupido amatore, & un avido negociatore. bussiamo adunque quanto potiamo. perche non potemo, quanto dovemo. la beatitudine si può acquistare, ma non si può estimare. se noi non faremo l' opere di Dio, con grand' avidità, & desiderio, con buona volontà, & allegrezza, sapiamo, che appresso di Dio siamo persi. pensiamo noi (charissimi) che quell' anima domandi degnamente, & bussi di modo, che li sia aperto; se al minimo precetto del suo superiore, hà ardir di dire. che? son io forse vostro servitore? hò fatto la parte mia; faccia un' altro la sua. come dice questo, colui al quale è detto, & comandato. non vogliate cercare le cose vostre. dal quale si ricerca, che non solo faccia la parte sua, ma quella d' altri ancora. pensiamo, che domanda colui di modo che riceva, cosi bussi, che li sia aperto; il quale ripreso di qualche sua negligenza, & castigato per qualche suo mancamento, non si emenda, ne dia sodisfattione per li errori commessi; ma più presto dice con ostinatione & protervia, non ci voglio più stare, me ne voglio uscire, non posso sopportar questo. Io non son schiavo, ma libero. chi parla cosi al suo superiore, non sà di essere stato ricomperato con il pretioso sangue di Christo. che cosa è dire io sono libero: altro che dire io non devo niente à Christo. di questi tali diceva l' Apostolo, Quando erate servi dell' inobedienza, fusti liberi dalla giustitia. non è libero colui, che è oppresso dalla servitù de' vitij. costui dice in perditione dell' anima sua, voglio più presto partirmi, che emendarme, che sodisfare, che fare quello che mi commandi. & che altro è questo, che gietar da se il giogo di Christo? questo tale non si ricorda del voto che hà fatto, si è scordato del fine, per il quale venne alla Religione. Dimmi, che ti giova il partirti, essendo tu da ogni parte ligato dalle tue passioni, & attorniato da' tuoi vitij? che ti giova il partirti, poi che dovunque tu vai, porti teco te stesso? con ragione ti partiresti, se in alcun luoco potesti fuggir te stesso. uno degnamente, & lodevolmente si parte, quando và dove il Demonio non lo possi ritrovare. niuno s' inganni, ne fugga l' adversario de luoco à luoco: ma lo fugga dal vitio, alla virtù, dalla passione, all' emendatione, perche se cosi lo fugerai, esso seguitarà te; non tu seguitarai lui. emendate, & lui fugirà da te. cosi disse l' Apostolò. Resistire diabolo, & fugiet à vobis. essere disobediente, & in oltra volersi partire, è fare doppiamente la volontà del Demonio, & volontariamente acquistarse l' eterna dannatione, etiam nella vita presente, à quelli che appresso di noi gravemente peccano, non si può dare, ne più tristo, ne più acerbo castigo, che cacciarli dalla Religione, acciò che tagliati come membri guasti, senza pace si partino. non è adunque pazzia grande che uno desideri, per rimedio quello che dal superiore non si suol' usare, se non sforzato da' peccati gravissimi? Sapiate adunque charissimi, che queste indignità, & contradittioni, non vengano da altro, che dal nemico dell' humana natura che questo opera, & procura. lui perche non può à sua voglia, come vorrebbe cavar uno dalla Religione, procura con tutte le forze possibili farlo disobediente, & per questo mezzo infidele. perche l' infidelità sempre è compagna della disobedienza; la quale havendo allacciata, & cattivata la mente d' uno, li fà parere etiam le cose picciole, non solo gravi, & insoportabili, ma impossibili ancora. ne è maraviglia, perche, per giusto giuditio di Dio, sono levate le forze a' disobedienti; come à colui che non hà la devotione necessaria, è levato etiam quello che li pareva d' havere. & di quì nasce la durezza del cuore, & l' ostinatione dell' animo; che ne per authorità, ne per ragione, si vole rimovere dal proprio parere. crede solamente à se stesso, conforme à quello che dice il Savio. Itinera insipientium recta in conspectu corum, & altrove. Sunt vie, que rectæ esse videntur hominibus, novissima autem corum venient in profundum inferi. & seguita dopò nell' istessa Homilia. vediamo quello che la Scrittura dice, di quelli che non si curano delle prime megligenze, & per questo di continuo incorrano in altre maggiori. Peccator (ait) adijciet ad peccandum. cioè il negligente aggiongerà peccato à peccato: come per essempio. la passione di qualche vitio, & peccato, me hà cominciato à impugnare; se subito non mi pento, & fo resistenza; domani mi verrà tanta felicità, & per dir cosi (tanta suavità) in commetterlo, che non me ne potrò astenere. & cosi aviene à colui, che dal principio non procura di emendarse; che dopò, non voglia, ne possi. verbi gratia, mi sono insuperbito; hò fatto contra la regola, hò offeso qualche vecchio, hò scandalizato qualche giovane, & c. se subito non mi pento d' haver fatto questi errori; di giorno in giorno la consuetudine, & l' impeto della passione, me acciecarà talmente, che non m' accorderò di far male, ne di peccare. oscura talmente l' intelletto il peso del peccatto, & la consuetudine del peccare indura il cuore, che se non s' humilia, & non sodisfà al preposito, che pensa di nuocerli. anzi insolentemente dice con la mente seco stesso: ò come gli hò risposto; come gli hò fatto resistenza: lui pensava che sempre me gli havesse da humiliare; non gli è riuscita questa volta. chi fà questo, già si è dato per schiavo al Demonio, il quale si rallegra delli vitij, & peccati delli huomin, et aviene à quell' anima quello che dice la Scrittura. Peccator adijciet ad peccandum, qual sentenza (charissimi) fuggiamo. & più presto accostiamoci à quella che dice, Qui sanctus est, sanctificetur adhuc, & di giorno, in giorno aggiongiamo meriti à meriti; e non presumiamo niente di noi stessi; perche è a Dio tutto quello che facciamo, & potemo. Siamo adunque fratelli, diligenti nell' opere di Dio, per l' eterna retributione: & di giorno in giorno attendiamo à far meglio; perche questo desiderio di far, & la consuetudine d' operare, ci provocarà à cose maggiori, & farà che Iddio vedendo l' affetto della nostra devotione, aggiongi forze all' affetto nostro, & quanto più diligenza, & studio metteremo, egli darà maggior aiuto & forze, conforme à quello, che dice la Scrittura. Qui habet dabitur illi, & superadundabit, & altrove. Posui adiutorium super potentem. perche la gratia nasce dalla gratia, il frutto dal frutto, il guadagno dal guadagno, i meriti da i meriti: & quanto più uno hà cominciato à meritare, tanto più si sforza, & si diletta di meritare, & cosi l' acquisto del guadagno, nutrisce l' appetito, & il desiderio di guadagnare, & quanto più uno cavarà de i beni della sapienza, tanto più desidera cavarne. come ella dice di se stessa. Qui edit me, adhuc esuriet. cerchiamo insino al fine, acciò che senza fine meritiamo di godere.