Dell'incontinentia, contra il voto della castità, & remedij. Cap. XXVI.
Il Religioso consacra il corpo, & l' anima sua à Dio, con il voto della castità, al quale è contrarijssimo, il puzolente, & carognoso vitio dell' incontinentia della carne, però lo deve fuggire più di qualsivoglia fuoco, & fiamma, & di più di qualsivoglia mortalissima peste, poiche questo peccato fà ingiuria, & dispreggia Iddio grandissimamente. li fà ingiuria, perche havendolo prohibito sotto pena di morte eterna, non si cura punto della sua prohibitione, & vuole più presto obedire alla vilissima parte del senso, per un maledetto diletto, che à Dio creator et fattor suo: gli fà ingiuria perche viola & contamina il suo tempio dicendo San Paolo. [1.Co.] Nescitis quia templum Dei sanctu, est, quod estis vos, &c. si quis autem templum Dei violaverit disperdet illum Deus & c. li fà ingiuria, perche essendo l' anima figlia & sposa di Dio, senza rispetto alcuno di tanta maestà, con il carognoso, & puzzolente peccato della carne l' imbratta, & contamina, & se questo peccato in ogni sorte, & conditione di persone, è disdicevole, molto più è nelli Sacerdoti di Dio, & massime Sacerdoti del testamento nuovo, al cui ordine è congionto il voto della castità, il che non era nelli Sacerdoti dell' antiqua lege, ne in quelli della lege di natura. Dio ricercava la purità, & mundezza in quelli, quando havevano da offerir sacrificij d' animali, andar al tempio à ministrare, portar li vasi sacri, etc. quanto maggiormente la ricercherà nelli Sacerdoti del nuovo testamento, che hanno da offerir' al Padre eterno l' unigenito suo figliuolo? de quali dice Santo Agost. Melius est spiritualia penitus ommitti, quam impure tractari. De i Sacerdoti dice Malac. che sono Angeli. Labia sacerdotis custodiunt scientiam, & legem requirent ex ore eius, quia Angelus domini exerciuum est, anzi è più che Angelo, in quanto alla dignità sacerdotale, che non è concessa a' gl' Angeli, perche non possono consecrare, ne assolvere da' peccati. Hor se questo è vero nelli semplici Sacerdoti, molto più grave sarà questo peccato nelli Religiosi, i quali come cosa essentiale di quello stato, fanno voto di castità perpetua. di più i Religiosi sono la più nobil parte della sposa di Christo, cioè della Chiesa: onde il macchiar con il peccato della carne questa parte, e far ingiuria grandissima à Christo. di più questo peccato nelli Religiosi è una Apostasia, perche se è tenuto per Apostata colui, che lascia l' habito della Religione, essendo la castità, cosa più essentiale di quel stato, che l' habito, molto più sarà Apostata quello che lasciarà la castità. il medesimo si può vedere da questo, che il Demonio mette tanto studio per far cadere un Religioso nel peccato della carne, & tanto si rallegra havendo ottenuto la vittoria, che reputò una volta per ben speso il tempo di quarant' anni, che uno de' suoi compagni, haveva speso in tentar un Monacho, che quella notte haveva fatto cadere; come si legge nella vita de' Santo Padri, onde l' honorò mettendoli la corona in testa, facendo batter altri, che in pochissimo tempo havevano fatto fare moltissimi & grandissimi mali. Si mostra il medesimo, perche la vita del Religioso, hà da esser' Angelica; però la deve imitar per mezo della castità, & purità; dicendo San Geronimo, In carne preter carnem vivere, non humane nature est, sed virtutis Angelice, & sopra tutto è ancor maggior il peccato della Monacha Religiosa; poi che il suo non è semplice fornicatione, ma adulterio, essendo ella sposata all' altissimo, al quale servono gli Angeli con tanta purità, quanta è nell' Angelica natura: & non solo è adulterio, ma stupro ancora, essendo defloratione della vergene. è ancora sacrilegio, essendo ella consecrata à Dio. è ancora incesto gravissimo, essendo ella moglie e sposa del Padre celeste. onde chi và alla Monacha, fà ingiuria grandissima ad esso sposo celeste, tanto biasmava San Paolo lo Corinthij, perche sopportavano l' incestuoso dicendo. Auditur inter vos fornicatio, & talis fornicatio; qualis nec inter gentes, ita ut uxorem patris sui aliquis habeat: è maledetto Ruben, perche maculò il letto di suo padre.
Il primo rimedio contra il vitio della carne puzzolente, è la guardia delli sentimenti, & massime del vedere, dell' udire, del parlare, del toccare, & del conversare; perche per questi entra la delettatione nella mente, & il senso si muove, & la volontà s' indebolisce, & s' induce à consentire alli piaceri della carne; come si vede in David huomo fatto santo, che vedendo etiam molto da lontano Bersabea moglie di Uria, s' infiammò tutto di concupiscenza, et cadde nell' adulterio & homicidio. & Gieremia disse in persona de' carnali, che gli occhi gli havevano rubata l' anima. et Giob disse d' haver fatto patto con gl' occhi suoi, di non guardar vergine, sapendo che dal vedere, nasce il desiderio cattivo. però bisogna evitar tutte le occasioni, che sogliono, ò possono provocare à tal' incendio, tali sono le prattiche cattive, l' udire, ò parlar di cose dishoneste, legere, ò cantar cose d' amore.
Secondo è discacciare i cattivi pensieri subito che ti vengono, prima ch' entrino, & comincino à riscaldare la carne, occupandote in vece di quelli, in altri buoni, & santi pensieri: il che si deve fare in ogni sorte di tentatione; perciò che quanto più lasciarai intrare simili pensieri, tanto più si fortificaranno, & difficilmente si scacciaranno: come aviene quando stando fuori, facilmente si poteva far resistenza. ma se già per tua disgratia, & negligenza fossero entrati detti pensieri cattivi, & fortificati nella carne tua, il remedio sarà per via d' oratione mentale ò vocale, pregar il Signor Iddio, che ti aiuti: facendoti la croce sopra il cuore, ò dandoti qualche afflittione corporale, overo pensando alla Passione di Christo nostro Signore, ti giovarà ancora il raccomandarti alla Madonna santissima, al tuo Angelo custode, & alli santi tuoi avvocati.
Terzo è rivelare presto i tuoi pensieri al padre spirituale in confessione, perche in quella si da gratia per resistere; & se tu havessi acconsentito ti cava dal fango del peccato, dal quale liberato, con maggior facilità potrai scacciare via i mali pensieri.
Quarto perche questo vitio molto meglio si vince fuggendo, che combattendo, però bisogna sempre fuggire i pericoli, per non pericolare in quelli, onde è molto giovevole, à chi lo può fare, mutare luogo. perche non vedendo l' ogetto, che tira, & provoca, ne sentendo la voce, ò le imbasciate che manda, à poco à poco, si perdeno le spetie di quello, che ti molestava, & si smorza quell' incentivo, che ti causava la presenza sua. Aiuta ancora mutar luogo, cosi mutar esercitio, ò ragionar con qualche persona di rispetto. bisogna ancora fugir l' otio come peste, acciò che il nemico non trovi luogo di testarti, occupandoti in cose buone; perche questa nostra mente, à guisa di mola di molino, sempre gira, ne mai se ferma, che non pensi qualche cosa; però bisogna mettervi grano di buoni pensieri, altrimenti macinarà i sassi & pietre de' cattivi pensieri.
Quinto giova il fare qualche penitenza corporale, come digiunare, dormire sopra le tavole, ò altra cosa dura: portar cilicio, ò qualche con nodi sopra la carne nuda, disciplinarsi, ò far altre simili austerità, acciò che con il dolore, & afflittione della carne, scacci il suo diletto. Cosi fece San Francesco, rivolgendo il nudo corpo per la neve: & San Bernardo nell' acqua agiacciata: & quel Santo dell' Eremo abbruciandosi le dita della mano, al lume della lucerna, & cosi con quel fuoco, superò l' incendio della carne: giova ancora l' esser temperato nel mangiare e nel bevere, perche quanto più s' ingrassa questa carne, tanto più ricalcitra: & à giovani massime che li bolle il sangue, conviene bevere poco vino, & quello ben temperato, poiche come dice l' Apostolo in esso è la lussuria, cioè che la causa, con il suo calore & forza.
Sesto considera la bruttezza di questo vitio, che rende infame chi l' essercita, è la puzza che nasce da quello, che è intollerabile: però un' Angelo facendo viaggio con un S. Padre, si otturò il naso scontrandosi in una donna di mala vita; il che non haveva fatto trovando una bestia morta, che mandava da se puzza grandissima, che quel Santo non haveva potuto soffrire. onde maravigliato di quello che faceva l' Angelo non sapendo però, chi fosse) [sic] udì da lui (che si scoperse) che quella non era puzza à rispetto di quella del vitio carnale.
Settimo sarà considerare con attentione, & leggerle, & rileggerle spesso le cose dette di sopra in detestatione di questo vitio, & di quelli che senza timor alcuno di Dio, & senza vergogna delli huomini lo commettono; che sono infami, anzi infamissimi, & che saranno castigati con eterni tormenti.