Delle Donne. Cap. XXIIII.

  Le cose già dette tanto possono servire per le donne, quanto per gli huomini, levati alcuni capi che dirittamente sono fatti per gli huomini; non dimeno essendo stato pregato più volte, mi sono risoluto di aggiungere questo capo, il quale spero che non sarà men utile de i precedenti, & per cominciar di quì. Io ritrovo intorno à questa materia delle Monache, due gravissimi abusi, l' uno è di quei che fanno far le figliuole, sorelle, & parenti Monache contra lor volontà, & per forza, con minaccie, & molte volte aggiongendo li fatti con batterle tanto male, talmente che sono sforzate ad entrar nel Monasterio; dove poi vivono in continua pena & disperatione, maledicendo mille volte il giorno chi mai le fece far Monache. Il che ancora ben spesso è causa che facciano dishonor al Monasterio, & alli parenti loro con la mala vita che menano nel Monasterio. Questo espressamente è contra il Concilio Tridentino, contra la Sacra Scrittura, & contra la legge di natura. Il sacro Conc. [Conc. Trid. sess.25. ca.18.] scommunica tutti quelli (siano di che conditione si vogliano) i quali sforzaranno in qualsivoglia modo donna alcuna (eccetto nelli casi espressi nelli Canoni) ad entrar nel Monasterio, ò à pigliar habito di qualsivoglia Religione, overo à far professione. & tutti coloro i quali à ciò daranno consiglio, aiuto, ò favore: & quelli che in qualsivoglia modo sapranno che colei non entra volontariamente nel Monasterio, ò non fà la professione: se staranno presenti à quell' atto, ò daranno il consenso prestaranno l' autorità loro. la sacra Scrittura lascia in libertà ogn' uno quanto al far voto. [Psal.75.] Vouete & reddite. cioè quando fate il voto, osservatelo, & non dice quello che vi sarà fatto far per forza, com'è quello che fanno quelle donne le quali entrano in Religione per forza, perche il voto di questi tali (se però non si mutassero, il che può essere, & accade spesse volte) è voto fatto per forza. & Psal. 21. Vota mea domino reddam. Quella parole, mea, mostra la libertà con che furono fatti, & Ps. 60. Reddam vota mea que distinxerunt labia mea, & Ps. 50. Voluntarie sacrificabo tibi. Et che maggior sacrificio si trova di quello, quando l' huomo sacrifica se stesso? ma quando bene non vi fosse altro, vi è l' autorità di Christo espressa, il quale dice: Si vis perfectus esse: dove non dà precetto, ma consiglio: dunque il precetto di quelli che fanno fare una Monaca per forza, e contra l' ordine dato da Christo. Di più questi tali fanno espressamente contra tutte le cose che habbiamo detto di sopra intorno alla vocatione di Dio alla Religione, poiche quì non è vocatione: dunque Iddio non la vuole alla Religione, poiche non la chiama. Grand' ardire, anzi gran presuntione è quella di costoro, à volersi usurpare l' ufficio dello Spirito Santo, che è con la divina inspiratione chiamar alla Religione; et tanto maggiore ancora, perche non hanno risguardo alle conditioni dette di sopra, cioè se sia habile ò nò, se mette tutta la sua speranza in Dio, s' ella entra per acquistar la perfettione: le quali cose non possono essere, dove non è volontà d' entrare; anzi vi è grandissima ripugnanza; & per questo i parenti adoprano la violenza, & cosi incorrono nella scommunica fulminata dal sacro Concilio, & per un poco di robba che pretendono d' avanzare, perdono l' anima propria: & molte volte quella della Monaca fatta per forza, perche vivendo in continua disperatione, può esser che vi muora ancora. Nella lege Mosaica i figli de' Sacerdoti, erano Sacerdoti, ma senz' obligo di osservar castità. ma la Monaca è obligata ad osservarla. L'altro abuso poi, ma più raro, e di quei parenti i quali disconsigliano, & non vogliono permettere che qualche d' una entri nel Monasterio, & si facci Monaca. I quali oltra il peccato mortale, conforme à quello che habbiamo detto di sopra nel capo xviij. Essi ancora incorrono la scommunica fulminata dal Concilio Tridentino nell' istesso capo contra questi tali, con queste parole: così ancora scommunica quelli che in qualsivoglia modo, senza causa giusta impediscono quelle vergini, ò altre donne che vogliono pigliar il velo, ò far voto, et perche le donne non hanno il rimedio che hanno gli huomini, i quali possono trattar & entrar in Religione senza saputa, & contra la volontà de' Parenti: però voglio dire quello che possono et debbon fare, quando si sentono chiamar da Dio alla Religione, la prima cosa è ricorrere all' aiuto della santa oratione, unico et singularissimo rimedio in tutte le necessità & bisogni, i quali ci occorrono nella presente vita: & con istanza pregar la Maestà di Dio, che come à lei hà data quella volontà & desiderio di servirlo nella santa Religione; cosi dia à quelli che la impediscono, volontà di lasciarle metter in essecutione quel santo proposito: & acciò che l' oratione sia più efficace; vi potrà aggiungere digiuni, & altre penitenze conforme al consiglio del prudente et discreto confessore. Gioverà ancora far pregar altre devote persone per questa sua necessità, l' altra cosa sarà il fuggir la conversatione delle persone mondane; i ragionamenti delle cose del mondo, & tutte le sue pompe & vanità, ritirandosi sempre alla solitudine & à luoghi remoti, acciò che infastiditi li parenti di tal vita li diano licenza. l' altra è recusar il marito, protestando che non si vuol maritare, ma che vuole servar la sua verginità, & consecrarla à Dio, & quando si sentisse tanto infiammata dall' amor di questa gioia cosi pretiosa, & mossa interiormente dallo Spirito Santo à volerla consecrar à Dio per voto, dopò molte orationi & altre opere pie fatte à questa intentione, potrebbe far il voto, massime dopò d' haverlo più volte minacciato a' parenti che lo farebbe, perche all' hora non havrebbono più ardire di tentarla che pigliasse marito, & tanto manco, quanto vi fusse aggionto il voto di Religione, nel quale si dispensa con gran difficultà, & non senza cause urgentissime, le quali ordinariamente sogliono esser in pochi. Chi dunque come dicevo di sopra con simili maniere violente, cerca di ritirar dalla Religione la sua figliuola, non ama la figliuola; perche se l' amasse, si rallegrarebbe del suo bene: & qual maggior ben si ritrova che essere sposa di Christo, libera da i travagli che porta seco il matrimonio, dalla soggettione del marito, da i pericoli del parto, dal governo de' figliuoli & della famiglia, finalmente da tutte quelle cose, per le quali continuamente piangono, & si lamentano i maritati: & all' incontro menar in terra una vita angelica? però fà à mio modo lasciala entrar nel Monasterio, s' ella è chiamata à quel glorioso stato; & non aggiongerai questo gravissimo peccato, alla moltitudine de' tuoi, acciò che Iddio non ti castighi tanto più aspramente, quanto che tu gli havrai levata la sua sposa; il qual peccato quanto dispiaccia à gli huomini, et quanto severamente lo sogliano castigare (potendo) ogn' uno lo sà. Molto più dunque si dee credere che dispiaccia à Dio, il quale sia sempre benedetto. Amen.


Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@gmail.com>, agosto 2001.
Ultima revisione dell'HTML: 28 dicembre 2005.