Tentationi per via de amici, & de nemici.
Cap. XX.

  Tenta il Demonio da canto de gli amici in questo modo. Oh che favola sarai tu appresso li tuoi amici, quando udiranno, che tu il quale non eri però il più santo del mondo, in un tratto da i giochi, dalle male pratiche, & dalle pompe, & vanità, sei rapito in cielo. Ti sò dire che essi crederanno, che tu habbi lasciato il mondo per divina inspiratione. anzi pensaranno & diranno, che per viltà d' animo, & perche non ti dava 'l cuore di riuscire huomo di valore, ti sei ritirato alla solitudine, unico refugio, et porto di simili persone. Hor se gli amici diranno questo, che faranno i nemici? giubilaranno, esultaranno, & diranno, che per disperatione tu sei entrato nella Religione: che ben sapevi che non haveresti potuto competer con essi loro. Gli altri poi i quali dubitavano, che tu non li avanzassi nel sapere, nel trattare, nelli negotij, ne gli honori, nelle dignità, nelle grandezze del mondo per l' habilità dell' ingegno per i favori humani, che havevi, faranno grandissima festa, & allegrezza: perche si vedranno levato d' avanti l' ostacolo de i loro desegni. A questa sorte di tentationi; cosi s' ha da resistere, con dir al tentatore. Io non sono miglior di San Paolo, il quale lasciò scritto di se, queste parole. Mihi pro minimo est, un à vobis iudicer, aut ab humano die, qui autem iudicat me dominus est, [I.Co.4] cioè, Io non fò conto del giuditio vostro, ne di alcuna humana creatura. quel che mi giudica è il Signore. Ma dimmi di gratia, ò tentatore, questi tali, con il dire, & pensar loro mi potranno levar il Paradiso, o mandarmi all' inferno? nel giorno del giuditio si vedrà chi fù degno di biasimo, ò di gloria, quando Iddio darà à ciascuno conforme all' opere sue. Io voglio imitar quelli che corrono al palio, i quali non si curano di quanto dice il volgo ignorante; ma solamente cercano (& questo li basta) di sodisfare al soprastante, che hà da giudicare & dar il palio à chi lo merita. Dipoi ti volterai contro di te stesso con ira, & dirai, che arroganza è questa tua? sei tu forse da più di Christo? non sai tu, che li furono dette ingiurie, & villanie, & che fù una favola de' tristi? & non sai tu che se bene tu resti nel secolo, non mancaranno mai de' perversi giuditij d' huomini contra di te? trovarai sempre delle persone che si burleranno di te, & de' tuoi fatti: a' quali se vorrai rispondere, ti metterai à grandissimi pericoli, & se non lo farai, ti farà gran disonore, ma entrando in Religione ti sarai libero da tutte queste cose. perche non passarà l' anno, che si scordaranno di te, come se mai non t' havessero conosciuto. Hora si rideranno di te; et tu piangerai la loro misera sorte, & conditione. perche ti vedrai libero da' peccati, & loro giacervi dentro insino à gl' occhi. non sono amici costoro che si sogliono del tuo bene. De' nemici poi non ne hai da render conto. ogn' uno sà che questi tali lo dicono per malevolenza, uno è il tuo vero amico, che hà sparso il sangue, & data la vita per te. Ma questi che t' hanno dato fin' hora? facciano dunque i fatti loro: & tu seguita l' honorata impresa del divin servitio, che cosi perverrai al felicissimo porto della salute.


Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@gmail.com>, agosto 2001.
Ultima revisione dell'HTML: 28 dicembre 2005.