Tentatione per via de' parenti. Cap. XIX.

  Ti assalirà ancora il Demonio con un' altra, non men pericolosa battaglia della precedente, perche ti metterà avanti à gli occhi le parole, le carezze, le lagrime, i gemiti, & horrendi stridi de' tuoi parenti. & cercando di farti lasciar il santo proposito, quasi in questo modo ti parlarà: Sarai tu forse di si duro & di si spietato cuore, che ti basti l' animo di viver senza il tuo caro & amato padre? come potranno gl' occhi tuoi longo tempo soffrire l' assentia di tua madre, che cosi teneramente & svisceratamente ti ama? è troppo gran crudeltà abbandonare le sorelle & fratelli, che ti fanno tante carezze, ti portano tanto rispetto, & tanto volentieri ti obediscono, dov'è hora l' amor filiale? dov'è la pietà? questo è l' honore per divino & naturale precetto devuto a i padri? questo è il pagamento, & contracambio, che per tante fatiche, per te prese gli dai? Tu sai bene che ne à Dio ne a i parenti, mai si può render il contracambio & la pariglia. Tu fai forza alla natura, tu rompi li suoi legami, tu disprezzi le sue leggi; poi ch' ella in tutti i figli quando li forma inserisce un' amor naturale, & un' affetto tale verso i progenitori, che avanza di gran lunga tutti gli altri. questa tua partita sarà loro di maggior dolore, che non sarebbe la tua morte. perche questa è commune à tutti, & non vi hà colpa colui, che muore; ma questo che tu hora vuoi fare, è commune à pochi. & par che ti lo facci in dispreggio de' parenti, di tua propria volontà; come potrai non dico vedere ma pur pensar alle continue lagrime, a' sospiri, ai gemiti & pianti, che si faranno nella casa tua, partito che sarai? il morto cesi piange mentre stà in casa; ma portato che è alla sepoltura, cessano le lagrime: ma tu sarai a' tuoi causa d' un continuo lutto. perche essendo vivo. si che partendoti di casa tua, ne portarai via ogni allegrezza, ogni consolatione & ogni bene. Tornando di fuor tuo padre, & non vedendoti come soleva, cominciarà à piangere, il che vedendo gl' altri di casa, faranno il medesimo. si metteranno à tavola, & in luogo di mangiare, piangeranno; & cosi si leveranno senza poter ingiottire pur un boccone. tu sai, che non potevano mangiar senza te. se tu tardavi à venire, aspettavano il tuo ritorno. Però muta proposito; per non esser causa di tanta rovina, & forse della morte de' tuoi parenti, che à te hanno dato la vita. O se pur tu sei risoluto, aspetta infin'à tanto che serrino gl' occhi, per poterli tu stesso sepelir con honore; che in ogni modo la vita loro è per durar poco: già sono carichi d' anni, & se pur Iddio loro concederà lunga vita; aspetta almeno che le sorelle siano maritate, & che i tuoi fratelli siano di età. & che possano intender il fatto loro, & non voler per tua consolatione, mandar in rovina una famiglia cosi honorata com'è la tua: & dar la morte, ò almen' abbreviar la vita a i tuoi progenitori, i quali havevano posta tutta la loro speranza in te; poiche il fratello maggiore non vuol ettender' à cose honorate, ma solo à darsi buon tempo, & à consumar quanto più può, & già sai il danno che fin hor' hà fatto alla casa tua nella robba; & quel ch'è peggio ancora nell' honore, con tante cose impertinenti, che hà fatte. Gli altri fratelli sono piccolini, & non si può veder che riuscita sian per fare. però habbi compassione alli parenti, alla famiglia, & ai piccoli fratelli. i quali restando nelle mani del maggiore, bisognarà che vadano mendicando, perche in un tratto mandarà male ogni cosa. Questa sorte di tentatione quant'è più pericolosa, poi ch' ella vien coperta con il mantello, & sotto colore di pietà) tanto più hà bisogno dell' aiuto divino, il quale s' hà da impetrare con pie, devote & ferventi orationi. Ti gioverà ancora il ridurti alla memoria le parole di Christo nostro Signore, che dice, [Matt.10.] Chi ama il padre & la madre più di me, non è degno di me: & di quell' altre: [Lu.14.] chi non odia il padre, la madre, i fratelli, & le sorelle; non può esser mio discepolo. & di quell' altre: [ Matt.10.] Non sono venuto à metter pace, ma guerra, & separare l' huomo dal suo padre, & la figliuola dalla sua madre, & gl' inimici de gli huomini sono li domestici loro, & dirai cosi al tentatore. Io non voglio pace, dove Christo vuol guerra. Io non voglio unione con quelli da' quali Christo è venuto per separarmi. Io non mi voglio far indegno di Christo per amor del padre & della madre. Christo è il mio vero padre il quale m' ha creato, redento, & di continuo mi conserva. questo ho d' amare sopra tutte le cose. à questo hò da ubidire: à questo devo servire. per amor di questo padre celeste mi devo separar dal padre, & madre carnali, i quali hò d' haver in odio, in quanto che mi vogliano ritirare dal divin servitio, che cosa hò io da questi, se non la puzzolente carne, & la macchia del peccato? quando mai sono essi morti per me: quando m' hanno liberato dalla potestà del Demonio? essi me li fecero schiavo, & Christo me ne liberò. questi amano quel che è suo, cioè la carne, & in quella si termina tutto il lor' affetto, dell' anima perche non l' hanno creata poco si curano. Io dunque lasciarò il padre celeste per il terreno? ò che bel cambio, ò che bel guadagno. certo che non farò questa pazzia, che questi habbiano da pianger, & da struggersi per la mia partita, quando bene fosse cosi (il che non credo) in non haverò colpa, ma essi stessi: & sarà pena del peccato loro. perche non si vogliono contentar della volontà di Dio, che mi chiama alla Religione. se loro mi amassero sa dovero, si rallegrarebbono grandissimamente di questo mio bene. sò che non farebbono tanta resistenza, anzi mi lasciarebbono andar di buonissima voglia, quand' io fussi chiamato alla Corte d' un Re terreno per esser suo Cameriero, ò Secretario, il quale però non mi potrebbe dar altro che terra: ma questo mi darà il cielo. che? forse sono io il primo che habbia lasciat' i parenti per entrar in Religione? Et quanti l' hanno fatto prima di me? Et quanti sono che lascian' i parenti per andar alla guerra, con pericolo di vita, per acquistar denari, robba, ò qualche fumo d' honore? & pur i parenti loro non si struggono. Quanto poi al divin precetto che tu mi metti d' avanti dell' honorar & ubidir a' parenti; confesso che egli è cosi, mentre che non sono contrarij alla volontà di Dio. Perche all' hora in ciò s' hanno d' haver in odio. A quel che dici, che questo che io fò, è contra la legge di natura; è falsissimo. perche secondo quella sono molto più obligato à Dio. Et quello poi che dici delle sorelle, & de' fratelli, è una pura vanità. perche quelli al partir della robba mi faranno grandissima guerra. Et è ancora maggior vanità il volere aspettare, che il padre muoia per sepelirlo, come se mancasser' huomini al mondo da poterlo sepelire. & chi sà se egli hà da morir prima di me? forse che io sarei il primo, & quanti ne vediamo oggi giorno, esser portati alla sepoltura giovanetti, da padri vecchi? Christo à colui che domandò licentia d' andar à sepelir il padre, non glie la volse dare: & che cosa haverebbe di più il mio padre essendo sepelito da me, che da altri? forse non sarebbe mangiato da' vermi? si che è mera vanità, anzi pazzia, lasciar di ubidir prontamente, & quanto prima à Dio, che mi chiama, per sepelir il padre ò la madre.


Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@gmail.com>, agosto 2001.
Ultima revisione dell'HTML: 28 dicembre 2005.