Delle tentationi che suol metter il Demonio, & prima per via della carne. Cap. XVIII.

  Suol' il Demonio ritardare, & se può, ancora suol' impedir i chiamati alla Religione con varie sorti de tentationi, però credo che non sarà senza frutto al nuovo soldato di Christo lo scoprirli quì gl' inganni, & le fraudi, ch' ei suol usare per ritenerlo nel secolo, con i rimedij contrarij, acciò che habbia in pronto l' arme con le quali in cosi pericolosa battaglia, si possa difendere. Tenta dunque per mezzo della carne in questo ò simili altri modi, dicendo, overo suggerendo simili pensieri. Povero, anzi misero te. dove vai à perder questo fiore della tua gioventù? pensi tu, che t' habbia da mancar tempo di servir à Dio? tu non potrai mai sopportare gli ardori, & incendij della carne; a' quali la gioventù è molto più soggetta per l' abbondanza del sangue & calor naturale. non vedi tu che ti metti à pericolo manifesto di peccare più gravemente, per il voto che farai di castità? Questo tuo è troppo grand' ardire, & forse havrei detto meglio chiamandola presuntione. Questo è un voler navigare senza barca, & volar senz' ale. mostri bene di non haver esperimentato da dovero i crudeli assalti, & impeti della carne, i quali saranno tanto maggiori & più potenti, quanto tu li vorrai più reprimer' & raffrenare, à guisa d' un' acqua corrente ritenuta per forza, la quale con l' impeto & forza sua s' apre la strada: & à guisa d' un' impetuoso vento il quale diradica quegli arbori, che li fanno resistenza. Però attendi adesso à i piaceri della carne. Et quando sarai ben satio; potrai poi più liberamente servir à Dio, il quale t' haverà compassione: perche sà bene, che non si può passar questa vita senza di questi diletti. Se hora tu cominciassi à servir à Dio, troppo lunga sarebbe la guerra; & cosi stracco in mezzo della strada, ti daresti per vinto; & ti sarebbe maggior vergogna, che non sarà, se non haverai ancora posto la mano all' aratro. Con queste, & altre simili imaginationi cerca il Demonio di ritener nel secolo, al soldo & servitio suo, colui che nella gioventù si sente chiamar alla Religione. A questa sorte di tentatione si può resistere ne i modi seguenti. & prima parlando teco stesso; cosi. Tu dunque à guisa d' un pessimo tavernaro darai al mondo l' ottimo, & pretiosissimo vino della tua gioventù, come à Prencipe nobil' à bere; & à Dio che t' hà creato per se stesso, ti conserva & ti mantiene; come à uno sconosciuto pellegrino darai la feccia della tua vita? & hai speranza dopò d' haver servito al Demonio tutto il tempo della vita, & portato lo stendardo del mondo: & dopo d' esserti fatto schiavo della tua misera & puzzolente carne, all' ultimo poi dover esser premiato da Christo, come se tu l' havessi servito? come ti può cader questo nella mente? Chi Re giamai premiò soldato dell' esercito nemico? chi mai pagò lavoratore di possession' altrui? pazzo è questo pensiero: vana è questa imaginatione: si che ò Demonio, non ti voglio ubidire. anzi io spero di dover esser holocausto tanto più grato à Dio; quanto che io lasciarò il mondo, & non il mondo me, & non aspettarò che la carne affatigata da' piaceri si stracchi, ma darò il fior della gioventù, & consacrarò il corpo robusto & forte à Dio onnipotente. Perche ben dice la Scrittura, [Tren. 3.] egli è buona cosa all' huomo, che porti il giogo del Signore dalla sua gioventù, & aggiunge il frutto, dicendo; sederà solitario & tacerà, & si leverà sopra di se: cioè in un certo splendore sopra gli huomini, non dissimil' all' angelico. Perche Santo Anselmo dice [Lib. similit. ca. 78.] che i giovanetti allevati nelle Religioni, si dicono esser simili à gl' Angeli: & quelli che vengono tardi alla Religione simili à gl' huomini. Dipoi dirai rivoltoti à te stesso con ira & sdegno. Già è tempo ò bestia importuna, ch' io t' insegni à viver come si deve. Cosi ricalcitri? io ti farò al tuo marcio dispetto far la penitenza nella Religione, la quale meritan' i peccati, che hai commesso contra il tuo Creator & Signore. Pur troppo sei andato à briglia sciolta dove, & come hai voluto. pur troppo ti sei à guisa di porco rivoltato nel fango della puzzolente libidine, pur troppo hai profanato, & macchiato 'l tuo corpo, & l' anima, che doveano esser tempio di Dio. & tu con l' opere tue perverse & scelerate l' hai fatt' habitatione di Demonij. Essi ti promettono longa vita, & tu non sai manco d' haver à viver' un giorno; et quando bene lo sapessi; non sarebbe meglio viver la metà bene? Et chi ti fà certo che dopo d' haver vivuto male, tanto tempo, tu t' habbi da convertire? rari sono quelli, che havendo sempre vivuto male, nell' ultimo si convertano. Del Ladrone dice San Girolamo. Unus est desperes, pauci sunt, ne presumas, & Santo Agostino dice, Pænitentiam damus, securitatem non damus. Parlando di quelli, che aspettano all' ultimo della vita à pentirsi. Perche pochi sono quelli che si pentono da dovero, per amor di Dio, il che è necessario per salvarsi; ma lo fanno per timore dell' inferno solamente, il che non basta per la salute. però piglia il certo, & lascia star l' incerto: & non credere à chi non dice mai la verità, per esser padre della bugia. Tu sai che disse a i primi Parenti, non morirete, & pur morirno, si come Iddio gli haveva minacciato & predetto. O vero dirai cosi Haime, che ingiuria è questa, che io fò à Dio? penso io che più possano il Demonio & la carne, che Iddio? se io mi confidassi nelle mie proprie forze, sarei spedito. ma io pongo ogni mia speranza in Dio, il qual mi conforta; & tengo per fermo, che mi aiutarà, come hà fatto à tante migliaia d' huomini & donne, che vissero santissimamente insin' al fine della vita loro nella Religione. & hoggi dì non cessa d' aiutar' quelli che vi stanno pur che non manchi da loro: & che non si rendano indegni con il vitio dell' ingratitudine, del favor di sua divina maestà. Egli è adesso quell' istesso che era prima, tanto potente, tanto savio, tanto buono. la bontà non permette ch' ei t' abbandoni, la sapienza farà ch' ei ti sappia aiutare, la potenza ch' ei ti possa difendere. Horsù dunque anima mia non più scuse, non più tergiversationi, non più indugio, rompi ogni catena, rompi ogni laccio, lascia ogni rispetto humano, & corri adesso, adesso alla Religione. & metti volentieri il collo sotto il soavissimo giogo di Christo. Pur troppo hai portato il duro, anzi insopportabile giogo del Demonio, & la tirrania della tua carne. quante notti hai vegliato, sei uscito di casa, alla pioggia & al vento, per sodisfar à tuoi sfrenati desiderij? Tu sai li pericoli che per questo hai passati, le fatighe che hai sopportate, i travagli che hai presi. hormai è tempo di legar questa bestia indomita, & darli il pane à misura, & l' acqua non à satietà; fin' hora l' hai nutrita troppo delicatamente, & però hà ricalcitrato, hà lascivito, & hà fatto à suo modo: horamai faccia quel che vuole la ragione, com' è il dovere; faccia quello che comanda Iddio, & quello che vorranno i Superiori, i quali sono in luogo di Dio. Non vedi che tu ella presto hà da ritornar in polvere, & esser cibo de vermi? perche dunque gli fai tu tante carezze? perche gli porti tanto rispetto? ella ti hà trattato tanto male per il passato; Et tu da quì avanti tratta male lei, che cosi renderai ben per male, soci le farai ben' al suo dispetto, poi che tenendola hora soggetta, sarà dipoi glorificata insieme teco nel paradiso; il che se ella potesse capire, ti pregarebbe che tu lo facessi. Et non guardare, che molti tornino indietro, & non perseverino nella Religione: che altri vivano malamente; perche molto più sono quelli che fanno il contrario. Tu hai da confidart' in Dio d' haver à esser' uno di quelli, poiche ti chiama, & tu vai con desiderio di servirlo per tutta la tua vita in santità & giustitia nel suo divin cospetto: assai habbiamo disputato contra questa mala bestia della vilissima carne, & già l' habbiamo convinta; ma ò voglia ò nò mettiamole la soma adosso, che gliela faremo ben portar al suo dispetto. quand' ella vorrà uscire, trovaremo la porta serrata, quando vorrà lascivire, pigliaremo la disciplina, pigliaremo il cilicio; la faremo digiunare, la faremo patir fame, Sete, caldo, freddo, & finalmente la trattaremo di modo, che non ci darà tanta molestia. Et tanto più volentieri lo doviamo far' in Religione (dove sono tanti altri che lo fanno) quanto che ci bisognarebbe farlo nel secolo, se ci volessimo salvare; poiche è cosi obligato uno del secolo à guardarsi dai peccati; quanto colui, che stà nella Religione: ma in essa vi è più commodità di far bene, & manco occasione di far male; & il merito è maggiore. Però entriamo sicuramente, poi che siamo arrivati alla porta; & eccola aperta, buon segno. al fermo il Signor ci vuole. diciamo dunque con il Profeta, entrarò Signore nella casa tua, & adorarò nel tuo santo tempio, & confessarò & dirò lodi al tuo santo nome. Amen. Cosi sia.


Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@gmail.com>, agosto 2001.
Ultima revisione dell'HTML: 28 dicembre 2005.