Delli mezzi esteriori de' quali Iddio se serve in chiamar alla Religione.
Cap. IX.
Havendo noi sin quì ragionato del mezzo interiore, col quale Iddio, chiama alla Religione, che è la divina inspiratione, hora ragionaremo de i mezzi esteriori, i quali adopra per il medesimo fine; & questi sono di più sorte. Perche uno si moverà ragionando, & conversando spesso con persone Religiose, vedendo la loro buona vita, il fervore, & devotione, con che servono à Dio, l' allegrezza, & contentezza d' animo, che senteno in quel sacro stato, Ond' entrando dentro di se stesso, dirà frà se medesimo. Questi pur sono di carne & d' ossa, come sei tu. fra' quali sono molti più delicati & più deboli di te. Et pur vivono nell' osservanza regolare; & perche non potrai tu far' il medesimo? & tanto più lo devi fare, quanto che hai fatto molto più peccati di loro, per farne penitenza; & sei tanto fragile, che per ogni minima occasione caschi. vedi la patienza loro, & tu sei tanto impatiente, che non puoi sopportar' una minima parola: la castità, & tu sei tanto incontinente: le lagrime, & tu sei tanto duro: l' humiltà, & tu sei tanto superbo: la devotione, & tu sei tanto secco, & arido: il dispreggio dell' honore, & tu sei tanto ambitioso, l' astinenza, & tu sei tanto goloso: la mortificatione della carne; & tu sei tanto morbido. finalmente tu vedi frà questi tali un ritratto della vita spirituale, la qual conduce alla vita eterna; & in te un modello della vita carnale, anzi per dir meglio bestiale, che conduce alle pene eterne. Però risolveti ad imitarli, lasciando 'l mondo, & entrando in Religione. ecco, che modo hà tenuto Iddio per chiamar costui alla Religione. perche se questo tale non havesse praticato & veduto quei buoni esempij, non li sarebbe mai venuto in pensiero di farsi Religioso. dal che chiaramente se vede, quanto possa il buon' essempio. Onde tutti i Religiosi dovrebbono viver talmente, che potessero muover quelli, che trattano con loro à far cosi santa risolutione, & non esser causa con la vita larga & dissoluta, che molti si ritirino da cosi utile, & honorata impresa di farsi Religiosi. Sarà un' altro, il quale non pratica con simili persone; anzi le fuggirà à posta, per non esser mosso dall' essempio & essortationi loro all' entrar in Religione. che farà Iddio, il quale lo vuole Religioso? li mandarà qualche adversità, che lo travagliarà da dovero, per la quale entrarà dentro di se stesso, & cominciarà à considerar la vanità del mondo, la poca stabilità & fermezza, che si ritrova nelle cose sue, & quanto sia gran pazzia il porvi l' affetto, & la speranza; poiche promette allegrezza, & da tristezza; promette quiete, & da perturbatione: promette di stare, & subito si parte: promette vita, & dà la morte. dal che nasce un' acceso desiderio di servir' à Dio, & di abbandonare il mondo ingannatore, dispreggiare gli honori, mortificar la carne, lasciar le ricchezze, attender' alla divotione, fuggire l' occasioni di peccare, & di far penitenza de i peccati passati. & perche conosce, che non vi è altro luogo, dove senza disturbo, et più sicuramente possa far questo, che la Religione; però fà un fermo proposito di volervi entrare, & non si può dir con ragione, che questo tale si faccia Religioso per disperatione: perciò che si fà veramente per divina inspiratione, havendo Iddio eletto questo mezzo esteriore, per purgarli l' orecchie interiori, acciòche oda quello, che prima non sentiva, quando le teneva turate alle cose di Dio. et San Gregorio chiama necessità felice quella, che ci spinge à cose migliori. Un' altro sentirà ragionar' efficacemente del dispreggio del mondo, della bruttezza del peccato, della bellezza della virtù, dell' astutie & inganni del Demonio, delle lusinghe della carne, della morte, del giuditio, dell' inferno, ò di altre cose simili, dalle quali mosso dirà frà se stesso, che cosa sarà di me dopo questa vita? che farò? dove andarò? ecco, che io hò fatto tanti, & tanti peccati: & hora più che mai mi ritrovo involto in essi: quando finirò una volta di peccare, & d' offendere cosi gravemente il mio Creatore, & Redentor Giesu Christo? la puzza de' miei peccati è intollerabile, & à pena io stesso lo posso soffrire, & manco mal sarebbe se io solo peccassi, ma questo è il peggio, che con il mal' essempio fò peccar altri. Io non pecco per ignoranza, ne per fragilità; ma per malitia. Io da me stesso cerco fin sotto terra le occasioni. mi maraviglio, come la terra sin à hora non sia aperta, per inghiottirmi vivo. Horsù anima mia: non più peccati, non più offese; cessiamo hormai. Ecco la morte vicina, il giudice, apparecchiato per condannarci; l' inferno aperto per riceverci, però mutiamo vita, pensieri, & costumi. Lasciamo la via larga, & spatiosa, che conduce alla perditione; & caminiamo per la stretta, che conduce alla salute, & ritiriamoci al tranquillo, et sicuro porto della Religione, dove liberi dalle occasioni de' peccati attenderemo à far penitenza per i passati, la quale sò, che Iddio per sua misericordia accetterà. Ecco dunque un' altro mezzo esteriore, con il quale Iddio hà chiamato costui alla Religione. il medesimo si potrebbe dire de gli altri. ma da questi ogn' uno potrà facilmente intendere gli altri simili, che troppa lunga sarebbe il voler parlare di tutti in particolare.