Se l'huomo deve acconsentir alla divina inspiratione.
Cap. VIII.

  Se 'l proposito, la volontà, & desiderio di farsi Religioso è buono, & lodevole, come habbiamo mostrato di sopra; & se è cosa agevole & facile il conoscer la divina inspiratione, la qual ci muove, & spinge ad abbracciar quel sacro stato; sarà ancora cosa facile à dimostrare, che s' ha d' acconsentir à Dio, il quale interiormente ci chiama alla Religione; ne senza grave pericolo la detta inspiratione; & sia questa la prima ragione. Essendo Iddio sommamente buono, anzi bontà per essenza non può inspirare, se non cose buone. Hor è certissimo appresso d' ogni buon' intelletto, che al bene si deve acconsentire; Seguita dunque in buona consequenza, che s' hà d' acconsentir' alla divina inspiratione, la quale come dice Giob, dà l' intelligenza, cioè fà conoscere quello, che convien' à ciascuno per conseguir la vita eterna. Di più questa inspiratione ci conduce alla vita perfetta, come disse il Signore, [Matt.19] Si vis perfectus esse, vade, vende, que habes, & da pauperibus, & habebis thesaurum in cœlo, & veni sequere me. Ci mette ancora nella strada dritta, spedita, & facile, perche conduce alla vita eterna. Chi dunque negarà, che non se gli habbia da prestar il consenso? certo, che niuno di sano, & maturo giuditio. Oltre di ciò, chi è chiamato alla Santa Religione, hà da pensar, anzi tener per fermo, che farà cosa gratissima ad ubedir con pronto animo à colui, che cosi dolcemente, & soavamente lo chiama: & che per il contrario, se ricusa l' invito, li farà dispiacere, come si vede chiaramente nella parabola de gl' invitati alle nozze regie, i quali non volsero venire. Onde con la privatione furono severissimamente puniti. Pazzo dunque sarà colui, che dispreggiarà la divina inspiratione, & li verranno adosso molti mali. Di più se tanto sono celebrati gli Apostoli, & tanto premio conseguirono, perche subito & allegramente seguitarono il Signore, lasciando ciò, che havevano, quando li chiamò, perche noi ancora (essendo chiamati) non imitaremo prontamente il loro essempio? aggiongi ancora alle ragioni sopradette; che se uno diventarà sordo alle voci divine, hà da temere grandemente le minaccie, che fà Iddio nelli Proverbij, dicendo, [Pro.1.] chiamai, & rincusaste de venire, & io ancora riderò nella rovina vostra. Et benche niuno sia obbligato alli consigli divini (come è questo della Religione) nondimeno si mette à gran pericolo colui, che rifiuta la divina inspiratione; come si potrà veder dalla seguente comparatione. poniamo, che uno molto prudente, & accorto mio amicissimo sapesse un trattato, che fanno i miei nimici per ammazzarmi, & sapesse ancora, dove stanno aspettando, che io passi per quel luogo, dove hanno posto l' insidie: & vedendomi andar per quella strada, mi dicesse, non andar più oltre, perche sarai ammazzato in tal luogo, dove t' aspettano armati i tuoi nemici; ma vieni meco, che ti condurrò per altra strada sicuro al luogo, dove sei invitato per andare. & io con tutto ciò ostinato non volessi ubedir' al sano consiglio di colui, che tanto mi ama, ma volessi seguitare l' incominciato viaggio; certo è, che io sarei un temerario, andando da me stesso, à mettermi in cosi evidente, & chiaro pericolo. ma molto più temerario sarei, quando Iddio somma sapienza, & bontà, che mi ama con infinito amore; & sà benissimo gli pericoli, che mi soprastanno, mi chiama dalla larga, & spatiosa via del mondo alla strenua della Religione, come è porto sicuro; se io non li volessi ubedire. quelli, che hanno paura de i nemici corporali, per non essere cosi forti, & potenti come essi se ne sogliono stare ritirati in casa con le porte molto ben serrate, & con guardie continue, & se con tutto ciò, non si tengono sicuri; vanno à casa d' huomini grandi, per salvarsi sotto l' ombra, & protettion loro; hor che debbo far io, che non hò forze, ne sapere, per resistere, & evitare l' insidie de i crudelissimi nemici dell' anima mia? Christo maestro & Signor nostro, [Matt.19. Lu.18.] mostrò in quanto pericolo stava quel giovine, il qual havea essortato alla Religione, quando lo vidde partir di mala voglia per l' affettione disordinata, che portava alle ricchezze. Onde disse, è cosa più facile, che un Camelo entri per il forame, overo pertugio d' un' aco, che un riccho entri nel cielo. & à Discepoli, i quali chiamati da lui subito l' havevano seguitato, promise cento doppij nella vita presente, & nella futura la vita eterna. Hora quanto sia cosa pericolosa il far resistenza, & non obedire alla divina inspiratione, ci vien dimostrato nell' essempio di Loth, [Ge.19] il quale, essendo da Dio avvisato, che si partisse dall' infame Città di Sodoma, acciòche non fusse abbrugiato insieme con quei scelerati, che ivi habitavano: egli nondimeno indugiava, ne pareva, che volesse, ò si sapesse partire. Ma due Angeli mandati dal cielo lo sforzavano à partirsi. Cogebant eum Angeli (dice la Scrittura) dicentes, surge, tolle uxorem tuam, & duas filias, quas habes, ne & tu pariter pereas in scelere civitatis. Et pur dissimulando Loth d' intendere; gli Angeli lo pigliarono per la mano, & lo cavarono fuor della Città; & li dissero, Salva animam tuam noli respicere post tergum; nec stes in omni circa regione: sed in monte salvam te fac, ne & tu simul pereas, cioè salvati, non guardar indietro, & non ti fermar nel territorio d' intorno, ma salvati nel monte, perche tu ancora non perischi. Ma parendo à Loth d' esser sicuro al piano, dimandò in gratia di restarsi in Segor, il che li fù concesso. Però udendo poi il gran fracasso della rovina di Sodoma, s' accorse dell' error, che haveva fatto, & il pericolo nel qual si ritrovava per non haver' obedito à Dio, & si risolse di salir al monte. Questo istesso fanno molti chiamati da Dio alla Religione, dissimulando d' intendere quello, che vuole Iddio da loro, cioè, che eschino dal mondo, & entrino in Religione; acciòche ivi si salvino, & non siano abbrugiati con gl' infami peccatori del mondo. Ma essi dicono che lor bastarà restar à piè del monte, in qualche honesto stato, senza salir à tanta perfettione, & non s' accorgono i meschini, che se Iddio vedesse, che fusse ben' per loro il restar nel mondo, non li mandarebbe l' inspiratione della Religione, nella Quale molti si salvano, che si sarebbeno dannati nel secolo. dice la Scrittura, che Loth pensava di star sicuro in Segor; ma quando vidde le faville di Sodoma, arrivar sin dove egli stava, conobbe, che haveva fatto male à non ubbedir' alli Angeli, & che non stava sicuro in quel luoco, & cosi si risolse di salir al monte, per esser ivi sicuro. A quelli che ricusano d' entrar in Religione, quando Iddio li chiama avvengono nel secolo tanti guai & tante disgratie, che ben s' accorgono (ma molte volte tardi) che fecero errore, lasciando d' ubbedire à Dio. Iona Profeta dopo d' esser gittato nel mar, & inghiottito dalla Balena, dal cui ventre fece oratione, si risolse di far quanto Iddio li comandarebbe, senza resistenza alcuna; come poi fece andando à predicar nella gran Città di Ninive, il che non havea voluto far la prima volta. cosi avviene à chi non obedisce alle divine inspirationi, che molte volte è gittato nel mare dalle tribulationi, ne mai può haver pace come disse Giob. [Iob. Ps.75] Quis restitit ei, & pacem habuit? chi mai li fece resistenza & hebbe pace? Et David. Tu terribilis es, & quis resistet tibi? ex tunc ira tua. Terribile sei Signore; però niuno presuma di resistere alla tua divina volontà, & sante inspirationi, perche cascando poi per sua colpa di mal' in peggio, sentirà sopra di se l' ira tua, & il tuo castigo. Grande ingratitudine mostra colui, che havendo ricevuto dall' amico molti, & molto segnalati beneficij; li serra la porta in faccia, quando viene alla sua casa, ne lo vuole lasciar' entrare, ancor che lo preghi, ma molto più ingrato si mostra, chi chiamato da Dio, li fà resistenza. Christo nostro Signore pianse sopra la Città di Gerusalemme, prevedendo la rovina, che li dovea venir adosso per non haver voluto conoscer il tempo della sua visitazione, ne lasciarsi congregare, come polli sotto le sue ali. Cosi si può pianger sopra quello, che chiamato da Dio alla Religione ricusa d' entrarvi, perche corre pericolo, che i nemici infernali poi commettendo egli de' peccati gravi lo travagliano, & lo destruggano, ne lascino in lui pietra sopra pietra, cioè virtù sode, ne divotione, ne meriti, che vagliano, & questo per giusto giuditio di Dio, che ben spesso poi l' abbandona per l' ingratitudine & altri peccati, i quali commette nel secolo, che non havrebbe commessi nella Religione; dove non sono tante occasioni di far male, & ve ne sono tante di far bene. Et benche l' entrar nella Religione sia opera di consiglio, non di necessità, potendosi l' huomo salvar fuor d' essa; non dimeno è uno veramente, & efficacemente chiamato da Dio, che sà quello, che più li conviene, è in un certo modo à lui necessario di necessità assoluta, che non si può negar, che costui non si metta à pericolo della sua salute, & che non faccia errore, resistendo alla divina inspiratione, poiche rifiuta i mezzi, che Iddio li vuol dare per la salute dell' anima: come l' infermo, che non vuol pigliar la medicina ordinatagli da un sapientissimo medico, ma una cavata di sua fantasia, si mette a pericolo della vita corporale. Iddio non manca à veruno in qualsivoglia stato, di darli gratia sufficiente per la salute dell' anima; con tutto ciò vediamo, che tanti vanno all' inferno. Il qual mancamento non viene dal canto di Dio, ma dal canto loro, perche non corrispondono à la gratia ricevuta, cosi avviene à molti chiamati alla Religione, i quali poi non corrispondono alla vocatione. Di quelli, che fanno resistenza alle divine inspirationi, parla Iddio per Salomone, [Pro.1] Vocavi & renvistis, & c. ego quoque in interitu vestro ridebo. L' inspiration' e vocatione, il resister è mettersi à pericolo. Dunque se gli hà da ubbedir con prontezza d' animo, & metter in esecutione quanto prima la divina inspiratione; che cosi farai cosa gratissima à Dio nostro Signore, & à te utilissima. Nel medesimo pericolo stanno coloro, i quali cercano d' impedir quelli, che sono chiamati, acciò che non entrino, ancor che siano i proprij genitori; a' quali è lecito esplorare la volontà de' figliuoli, & domandar la causa, perche si muovono a far tale risolutione, ad ammonirli, che vi pensino bene, acciò che non s' habbiano dipoi à pentire: ma non gli è lecito per modo alcuno impedirli, se non istessero in tale necessità, che non potessero vivere senza il loro aiuto. Però Santo Agostino [Aug. de ver. domi.] riprende gravemente coloro, i quali non ascoltano Christo, che li chiama, ma gli huomini, che li dissuadono; & San Girolamo acuto previsore delli pericoli; essorta quelli, che sono chiamati alla Religione, che taglino in un' tratto la fune: & non si mettan' a scioglierla, come fanno li marinari al tempo della fortuna, per salvarsi, & allontanarsi da i pericoli di dar con la nave in terra, & di spezzarla. E cosa inutile, e pericolosa, & molto nociva il differire la vocatione. però li Santi dicono, che non s' aspetti manco un giorno, & manco se possibile fosse un' hora, dopo d' esser certificato (al modo che habbiamo dichiarato) che quella è vera vocatione. et quello s' hà da intendere, quandi li superiori non ne volessero fare esperienza della sua constanza, & fermezza, come molti fanno santamente, che differiscano il riceverli li mesi, & li anni ancora. & all' hora si devono persuadere, che non perdano niente del merito, & se bene morissero in questo mezzo fuori di Religione, che haveranno il premio, come se fossero entrati. hanno anco da confidarsi in Dio, che li darà aiuto bastante per resistere alle tentationi, massime con l' aiuto del confessore, frequentia de' Sacramenti, orationi, & buone pratiche. fuor di questo caso la propositione è verissima. Santo Geronimo, dice, à Paolino. [Ep.102.] Festina queso te, & herenti in salo navicule, funem magis prescinde, quam solve. Santo Chrisostomo [Hom.37 ad po.] havendo parlato altamente dello stato del Religioso, del merito, della pace, & quiete, della securità, & delli altri beni di quello, dice già si è acceso il fuoco del desiderio di questa santa conversatione; ma, che giova, se mentre, che state qui, havete dentro di voi questo fuoco se partiti di quà estinguete la fiamma; & lasciate svanire il calore? che remedio? mentre che l' amor è fervente, andatene subito da quelli Angeli, che s' accenderà molto. Non dicas, alloquar prius propinquos, resque meas expediam, torporis initium est, hec dilatio, patrem sepelire discipulus volebat, nec Christus id permisit, ne ergo de die in diem differas. Santo Agostino [8. conf. c.5.] piange amaramente la sua passata tardanza, dicendo. non haveva che risponderti, quando mi dicevi, levate sù, tu che dormi, & Christo te illuminarà. non haveva, che risponderti convinto dalla verità. diceva solamente parole lente, & sonnacchiose: modo, & ecce modo; fine paululum. sed modo, & modo, non habebat modum, & paululum in longum ibat. & loda quelli due fratelli, che havendo letta la vita di Santo Antonio, l' istessa hora, & dall' istesso luoco, dove l' havevano letta, andorno alla Religione. & Santo Anselmo dice. [Ep.1.] Festina ad tantum bonum, quia nullo bono efficacius pervenies ad summum bonum, hò visto (dice egli) molti che premettevano, & differivano, morire senza comminciar quello che promettevano. Quantos (dice Santo Bernardo) mundi sapientia maledicta supplantat, & conceptum in eis extinguit spiritum, quem volverat dominus vehementer accendi? non voler (dice questa sapienza) esser cosi precipitoso in questo, che voi fare. consideralo bene, & longo tempo: vedilo meglio. è cosa grande quello, che pensi fare. & hà bisogno di gran consideratione. non è impresa d' un giorno, ma di tutta la vita. questa sapienza dice San Ber. è terrena, animale, diabolica, nimica della salute, madre della tepidità, che suole provocare Dio à vomito. ella ti dice, guardate, è di che cosa? tu sai, che sei chiamato da Dio. & che bisogno hai di deliberatione? L' Angelo del gran conseglio ti chiama: che bisogno hai d' altri consegli? che è più fedele, ò savio di lui? gran cosa è questa, che ti è offerta, per questo tanto più volontieri, & tanto più presto l' hai d' abbracciare, & con fervore, & allegrezza metterlo in esequutione. dice San Thomasso, che essendo in Christo tutti i thesori della sapienza, & scienza, li fa ingiuria colui, che udito il suo conseglio d' huomo mortale. di più quando non vi fosse altro male in questa tardanza; assai male è esser privato del frutto di tanti beni, che potria fare. di più vi è il pericolo della mutabilità; perche essendo l' huomo tanto fragile, & infermo, presto si da per vinto al Demonio, che ritira al mondo, che accarezza alla carne, che ricusa, mentre la nave sta fuori del porto, sempre sta à pericolo, onde non deve desiderare altro il marinaro, che venire quanto prima al porto. quanto poi alle difficultà, che se allegano della Religione, già tanti che sono stati, & sono al presente, che con l' essempio hanno dimostrato, che no solo si possono sopportare con la gratia di Dio, ma che è facile ancora il sopportarle. appresso ci deve movere à rompere questa tardanza i casi importuni, & incerti della morte, che ne assalta, quando manco vi pensiamo, & rompe tutti i disegni. San Ber. dice, [Ep.155.] horsù affrettati, esci presto, partiti; non ti fermare nella via de' peccatori, come poi vivere, dove hai paura di morire?


Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@gmail.com>, agosto 2001.
Ultima revisione dell'HTML: 28 dicembre 2005.