Che cosa sia inspiratione.
Cap. VI.
L'Autore, & la causa principale di pigliar cosi lodevole instituto, senza dubbio alcuno è l' istesso Iddio, il quale communemente suole tener in questo fatto due vie; l' una interiore; l' altra esteriore. l' interna è unica, chiamata inspiratione. l' esterna si divide in più capi, della quale parlaremo di poi. Hora perche come c' insegna l' Apostolo San Paolo, [2.Co.3. & alibi.] & con esso tutti li Theologi, non si può in modo alcuno, non dico già fare, ma ne pur incominciare, ne metter la mano ad alcuna attione, che ci giovi alla vita eterna, senza particolar aiuto di Dio; il quale perche comincia in noi prevenendo il nostro consenso è chiamato da' Theologi, gratia preveniente: & perche ci aita, [sic] acciò che consentiamo, si chiama concomitante: in questa sorte di gratia si ripone l' inspiratione, che muove la persona à pensare, & elegger quei mezzi, che siano utili per conseguir il fine sopranaturale; il qual dono à guisa di raggio illumina, & rende chiare le menti de gli huomini, acciòche conosciuta la verità, si levino prestamente da quelle tenebre, nelle quali miserabilmente giaciono; & però non può proceder da altro, che da quel vero & unico sole, et padre de' lumi Dio nostro Signore: massime se (come accade nell' inspiratione della Religione) si pensano, & si eleggono quei mezzi, che sono congiunte con la perfettione della vita. Et benche queste interne inspirationi sono tanto sottili, & segrete, che à pena potiamo coll' orecchie interiori dell' animo udirle, & intendere il loro suono: nondimeno presupposto che siano d' Iddio, non devono haver minor forza in noi, di quel che hebbero quelle voci esteriori di Dio, con le quali sappiamo essere stato chiamato nella lege Mosaica Samuel, & gli Apostoli nel principio del tempo della gratia: [1.Re.3.] ne minor obedienza debbiamo mostrare verso di Christo? che mostrassero San Pietro, e San Giovanni: [Mat.4.] anzi tanto più prontamente debbiamo muoverci verso quella parte dove ci sentiamo invitati, quanto, che esso non già con parole esterne della bocca, ma si bene con una spirituale, & interna commotione, & illustratione dolcemente, & potentemente ci chiama. Per ciò che quella vocation' esteriore piglia forza dall' interiore; senza la quale non può niente: poiche il nostro Creatore (per servirmi delle parole di San Gregorio) [Ho. 3. in evan. ante med.] non parla mai per ammaestrare l' huomo, che prima non li muova il cuore, & con quella salutifera untione dello Spirito Santo non lo renda molle, & facile à sentir le sue parole. Certamente Caino avanti, che mettesse in opera quell' horrendo peccato del fratricidio, udì quelle parole; Non ne si bene egeris, recipies? ma perche (cosi richiedendo le sue iniquità) sentì solamente la voce esteriore nell' orecchie del corpo, & non penetrò interiormente nell' animo, udì si bene le parole di Dio, ma non si curò metterle in esecutione, & dall' altra parte l' interna vocatione solamente può haver tal forza ne gl' animi nostri, che li spinga, & muova in qualsivoglia parte, come di se stesso rende testimonio Isaia dicendo, [Ca.50] Dominus apervit mihi aurem, ego autem non contradico, nec retrorsum abij: obedendo con prestezza à quelle voci, le quali, acciòch' ei sentisse, gli furono aperte l' orecchie interiori dell' anima, poi che quelle del corpo sempre le teneva aperte: alle quali voci, nondimeno i Giudei non obedirono; come quelli, che havendo i cuori incirconcisi, havevan' otturate l' orecchie, & facevano resistenza: del che meritamente ne gl' Atti delli Apostoli. Stefano Protomartire con gravissime parole li reprende. [Act.7.] Conchiudo dunque, che la vocatione esterna ancora di Dio non basta; come si vede in Caino, [Matt.19.] & in quel giovane riccho, che chiamato da Christo, abijt tristis, se ne partì mal contento. Però che si sente chiamar interiormente alla Religione, vada prontamente, & non aspetti, che Iddio gli mandi l' Angelo à parlar' all' orecchie del corpo, perche Iddio dice, che parlerà al cuore, & quella voce è ancor più certa & sicura, che non sarebbe quella d' un' Angelo esterna: perche potrebb' essere, che fosse un' Angelo di luce. Et benche non vi sia dubbio alcuno, che Iddio può dare la vocatione, & chiamare alla Religione in un subito; & uno, che mai non vi pensò, anzi sempre fù alienissimo, & non ne poteva manco sentir ragionare: non dimeno, ordinariamente parlando, non suol tenere questo modo; ma à poco à poco và eccitando il desiderio della Religione, proponendo la quiete di quello stato: la securtà, il merito grande, & gli altri beni della Religione. però niuno si dee movere risolutamente per un sol moto, & desiderio, che hà sentito dentro di se, di farsi Religioso. ma dee star à vedere, se quel desiderio persevera, & far' oratione caldissima à Dio, pregandolo, che se è fuoco s' accenda: ma se è fumo, che svanisca. al che giovarà molto informarsi bene della Religione, alla quale si sente muovere, perche potrebb' esser tale, che chiaramente conoscesse quel movimento interiore, non doversi porre in esecutione, ò perche ivi non si osserva l' instituto, & vivere Religioso, ò perche è troppo stretto per la sua debole complessione, & natura; alla quale dee havere risguardo colui, che vuol entrare in Religione, acciò che poi non sia costretto ad uscirne, non potendo sopportar quella vita cosi aspra: et ben che Iddio possa mutar la natura, & complessione, facendola di debole, fortissima: nondimeno ordinariamente non lo fà. però niuno senza particolare revelatione, essendo di debole complessione, & la regole stretta, si dee mettere presuntuosamente à questo pericolo; perche saria un tentar Iddio. onde fanno male quelli, che entrano in Religione alla cieca, senza esser informati dell' instituto di quella. di dove poi vengono i lamenti, con dir non sapevo, non pensai mai à tanto rigor, e strettezza; Se l' havessi saputo non ci sarei mai entrato. Vengono ancora le tentationi di uscirne, & se pur la vergogna li ritiene, vivono in continua pena. Et però è bene saper quanto si fà, & patisce nella Religione. anzi è ottimo consiglio con approbation però di un discreto Confessore, il provar prima d' entrar, in casa sua propria i digiuni, le vigilie, l' astinentie, le discipline, il dormir, & mangiar male, lo stare ristretto nella camera sua, far l' altrui volontà, privarsi d' ogni consolatione humana, & attender solo alla divina; et à questo doveriano attendere li Confessori, & altri che trattano le vocationi de prossimi; cioè farli intendere, & penetrar da dovero il peso, che pigliano sopra le spalle, che è di tutta la vita, & provarli molto bene in queste cose con la debita prudenza, & moderatione, per veder come riescono, & che speranza danno d' haver à far buona riuscita nella Religione. ma alcuni per non li spaventare tacciono, & cuoprono del tutto le difficultà, & travagli, c' hanno da patire. il che è una specie di tradimento. Intrarebbono più pochi sì, nella Religione se lo dicessero, ma quelli sariano buoni Religiosi, viveriano contenti, fariano frutto, sariano devoti, & edificativi, & quel che è più, sariano specchio di ben vivere alli secolari, & non usciriano tanto facilmente della Religione, ma sariano perseverati insino al fine della vita loro.