Catania senza Auro
GIOVANI La giunta di destra chiude il centro sociale
Mentre Forza Nuova inaugura una sede fresca fresca
RINO CASCIO -
CATANIA
Via il centro sociale, avanti i fascisti di Forza Nuova.
Catania in una notte getta i primi pilastri per cambiare volto.
La giunta comunale di centrodestra, a ranghi ridotti e assente il
sindaco Umberto Scapagnini (tra i medici personali di Silvio
Berlusconi), vota di notte, quasi in clandestinità, lo sfratto
del centro sociale autogestito Auro con il quale
esisteva, da tre anni, una convenzione per l'uso dei locali. E
contemporaneamente arriva a Catania Forza Nuova, con i suoi
leader nazionali, ad annunciare l'apertura di una sede e la
presentazione di proprie liste alle elezioni regionali di giugno.
Tutto, proprio mentre i giornali riportano le notizie
dell'accordo tra Polo e l'estrema destra di Rauti con la
desistenza in un collegio senatoriale - proprio nel catanese -
per consentire la riconferma dell'unico esponente del movimento
fascista a Palazzo Madama.
Diventa un caso politico, dentro la campagna elettorale, lo
sfratto del centro Auro, che da dieci anni è presente con
proprie attività nel territorio cittadino. La più famosa tra i
giovani è il "Medialab", un laboratorio informatico creato con
computer scartati da altri e riadattati, che offre gratuitamente
l'uso di Internet e la formazione al lavoro sui principali
programmi su Pc. Ma non solo. Ci sono attività artistiche ed
incontri-dibattiti su problemi della città, ed oltre. Un punto
d'incontro, libero e senza schemi, che i rappresentati di An,
giovani ed anziani, avrebbero voluto chiudere da tempo. Ma nel
1998, come altre realtà associative, il centro Auro, con
la sigla dell'associazione Lorenzo Aiello (il nome è di un
ragazzo che si suicidò dopo essere stato indagato per il presunto
furto di alcuni bulloni di impalcatura), firmò un accordo con il
comune guidato, allora, da Enzo Bianco. Scopo: l'uso in comodato
gratuito dei locali pubblici occupati. Nel nuovo consiglio
comunale, in mano al centrodestra, era nata l'idea di istituire
una commissione d'inchiesta che studiasse le carte e la storia
del centro. Ma la decisione di rescindere ogni rapporto, presa
dalla giunta, ha preso tutti in contropiede.
"Scapagnini vuol fare di Catania una città chiusa. Utile a
ospitare i raduni fascisti di Forza Nuova, pronta a reprimere
ogni sforzo di culture giovanili e civili fuori dal coro. Più che
sindaco quella di Scapagnini è stata una scelta da gerarca",
denuncia Claudio Fava, segretario regionale dei Ds e consigliere
comunale a Catania. "Era un atto dovuto - sostiene Scapagnini -
imposto dalle disposizioni di legge relative alla sicurezza e
alle condizioni igieniche della struttura". Ma non convince.
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