13 Aprile 2001
 
 
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Catania senza Auro
GIOVANI La giunta di destra chiude il centro sociale Mentre Forza Nuova inaugura una sede fresca fresca
RINO CASCIO - CATANIA

Via il centro sociale, avanti i fascisti di Forza Nuova. Catania in una notte getta i primi pilastri per cambiare volto. La giunta comunale di centrodestra, a ranghi ridotti e assente il sindaco Umberto Scapagnini (tra i medici personali di Silvio Berlusconi), vota di notte, quasi in clandestinità, lo sfratto del centro sociale autogestito Auro con il quale esisteva, da tre anni, una convenzione per l'uso dei locali. E contemporaneamente arriva a Catania Forza Nuova, con i suoi leader nazionali, ad annunciare l'apertura di una sede e la presentazione di proprie liste alle elezioni regionali di giugno. Tutto, proprio mentre i giornali riportano le notizie dell'accordo tra Polo e l'estrema destra di Rauti con la desistenza in un collegio senatoriale - proprio nel catanese - per consentire la riconferma dell'unico esponente del movimento fascista a Palazzo Madama.
Diventa un caso politico, dentro la campagna elettorale, lo sfratto del centro Auro, che da dieci anni è presente con proprie attività nel territorio cittadino. La più famosa tra i giovani è il "Medialab", un laboratorio informatico creato con computer scartati da altri e riadattati, che offre gratuitamente l'uso di Internet e la formazione al lavoro sui principali programmi su Pc. Ma non solo. Ci sono attività artistiche ed incontri-dibattiti su problemi della città, ed oltre. Un punto d'incontro, libero e senza schemi, che i rappresentati di An, giovani ed anziani, avrebbero voluto chiudere da tempo. Ma nel 1998, come altre realtà associative, il centro Auro, con la sigla dell'associazione Lorenzo Aiello (il nome è di un ragazzo che si suicidò dopo essere stato indagato per il presunto furto di alcuni bulloni di impalcatura), firmò un accordo con il comune guidato, allora, da Enzo Bianco. Scopo: l'uso in comodato gratuito dei locali pubblici occupati. Nel nuovo consiglio comunale, in mano al centrodestra, era nata l'idea di istituire una commissione d'inchiesta che studiasse le carte e la storia del centro. Ma la decisione di rescindere ogni rapporto, presa dalla giunta, ha preso tutti in contropiede.
"Scapagnini vuol fare di Catania una città chiusa. Utile a ospitare i raduni fascisti di Forza Nuova, pronta a reprimere ogni sforzo di culture giovanili e civili fuori dal coro. Più che sindaco quella di Scapagnini è stata una scelta da gerarca", denuncia Claudio Fava, segretario regionale dei Ds e consigliere comunale a Catania. "Era un atto dovuto - sostiene Scapagnini - imposto dalle disposizioni di legge relative alla sicurezza e alle condizioni igieniche della struttura". Ma non convince.

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