Auro. Il centro sociale della discordia



Scende in campo l'Ulivo al completo a difesa del centro sociale "Auro", mentre il sindaco Umberto Scapagnini ripete di voler dialogare coi ragazzi dell'associazione "Lorenzo Aiello", sfrattati dal palazzo di via Santa Maria del Rosario con una delibera di giunta risalente al 2 aprile scorso e della quale si è saputo solo martedì.
"La delibera era obbligata, dal momento che esistevano una serie di irregolarità e anche problemi di tipo igienico e strutturale sui quali dovevamo intervenire con urgenza", ha ribadito ancora ieri il sindaco, che si dice "disponibile già da oggi a incontrare i ragazzi dell'Auro, purch‚ non si facciano accompagnare da padrini politici pronti a sfruttare elettoralmente la situazione...". Pronto a "cercare altri locali e studiare altre convenzioni", Scapagnini non è invece disposto a fare dietro front: "Non revoco un bel niente - dice - Me lo chiede l'Ulivo? E' solo una minoranza in Consiglio: agisca sul piano delle procedure democratiche". Ma è proprio sulla 'democraticità' della decisione che il centrosinistra ha da ridire. E il segretario della Cgil Franco Garufi definisce "una vera e propria compressione della democrazia" questa delibera dirompente, nata dalla "necessità di utilizzare a fini istituzionali l'immobile, e precisamente per adibirlo a uffici comunali", come è scritto nel documento; letta però come "un attacco politico" dagli stessi rappresentanti dell'Auro e come un "atto illiberale" dai gruppi del centrosinistra al Comune, che ieri hanno appositamente convocato una conferenza stampa per sottolineare il significato "provocatorio" della decisione, sottoscritta da sei assessori (Agen, Ciampi, Castiglione, De Mauro, Forzese e Di Caro) e passata in una seduta di giunta presieduta dal vicesindaco Raffaele Lombardo del Ccd.
"Voglio esprimere innanzitutto il disagio profondo per questa decisione che scavalca di fatto il Consiglio, il quale peraltro era stato chiamato a istituire una commissione d'inchiesta sul centro sociale: la giunta ha scelto una scorciatoia che puzza di campagna elettorale", ha affermato in conferenza stampa Claudio Fava, segretario regionale diessino e consigliere a palazzo degli Elefanti. Che si è rammaricato di come in queste ore "nessuno ha ricordato che l'associazione è intitolata a un giovane che si è suicidato in seguito all'arresto per uno dei 'terribili reati' di cui parlano alcuni consiglieri come il ccd Consoli: il furto di alcuni bulloni da un'impalcatura...". Con Fava ieri pomeriggio al Municipio c'erano anche il capogruppo Saro D'Agata, Francesco Montemagno del Ppi, Orazio Licandro per il Pdci, Saro Condorelli dei Democratici. Tutti d'accordo nel respingere questo "atto illiberale" che colpisce "un'associazione che è espressione di un modello culturale non omologato e proprio in un momento in cui vengono fuori pulsioni di destra estrema, e una forza eversiva come Forza Nuova ottiene piena cittadinanza...", ha detto Licandro. Certo, la coincidenza dello sfratto con l'inaugurazione della sede degli "haideriani" italiani in via Sturzo non facilita quel dialogo che il sindaco dice di voler proseguire, lasciando intendere di voler verificare 'di persona' cosa succede dentro questo palazzone. Che ospita iniziative che hanno risonanza anche fuori dalla Sicilia - come il Medialab che offre 'alfabetizzazione informatica' a tutti - ma per la Destra è soprattutto un covo di drogati e malviventi. I giovani si dicono pronti a incontrare "in pubblico" Scapagnini, magari durante l'assemblea aperta che hanno convocato per domani alle 18. E pur dicendosi disponibili a discutere "di eventuali altri locali, ma sempre nel quartiere perch‚ è qui che noi lavoriamo da dieci anni", aggiungono di "non credere alle promesse di Scapagnini". E rilanciano: "Nel nome della trasparenza, riteniamo doveroso che l'amministrazione renda pubblico l'elenco di tutti gli immobili concessi in questi anni alle varie altre associazioni...".




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